L’antica Hierà, oggi Vulcano, è la più meridionale delle sette perle ed è la più vicina alla costa settentrionale della Sicilia, dalla quale dista 21 km circa.
Ha una superficie di appena 22 km² ed è composta da tre unità morfologicamente distinte: la zona sud dell’isola, composta da alcuni promontori (il monte Aria, 500 m, il monte Saraceno, 481 m e il monte Luccia, 188 m) e dalla depressione del Piano; la zona centrale, costituita dalla vecchia Caldera di Vulcano, dove è collocato l’attuale cratere; la zona nord, di Vulcanello, unitasi al resto dell’isola in seguito alla formazione di un istmo di sabbia.

La presenza di vulcani sull’isola, sin dall’antichità, ha dato luogo a miti e leggende, facendone persino lo scenario di riti funerari purificatori, così come testimonierebbero le grotte scavate nelle rosse rocce tufiche della zona del Piano (Grotte dei rossi).
I fenomeni vulcanici, tanto inspiegabili in passato da dover essere rielaborati in chiave mitologica, si rivelarono invece fonte di ricchezza per l’industria mineraria: infatti u nglisi (l’inglese) James Stevenson comprò gran parte dell’isola nel 1873, per estrarre e lavorare lo zolfo. La sua presenza sull’isola, testimoniata ancora oggi da quella che fu la sua abitazione, Il Castello, terminò con l’eruzione del 1888.
Anche in altre occasioni fu la natura a decidere delle sorti degli isolani, offrendo ai contadini in cerca di nuove terre un approdo sicuro nel porto naturale del “Gelso”, luogo della prima comunità vulcanara e della prima chiesa dell’isola.
Per le prime attività turistiche si dovettero aspettare gli anni 50, periodo in cui Stromboli e Vulcano furono protagoniste di due film: “Vulcano” con Anna Magnani e “Stromboli (Terra di Dio)” con Ingrid Bergman.